Fisco

Reverse Charge allargato ai consorzi

07 novembre 2016  


editorialdi

La Legge di stabilità 2016 ha introdotto una nuova ipotesi di Reverse Charge. Questo specifico meccanismo di applicazione dell'Iva in capo al destinatario del bene o del servizio si applica anche tra imprese consorziate e consorzio, nel caso in cui il consorzio sia aggiundicatario di una commessa pubblica e nel rapporto tra consorzio ed ente della pubblica amministrazione si applica il meccanismo dello split payment.
Questa estensione non è ancora operativa in quanto necessita di apposita autorizzazione da parte del Consiglio Europeo. Non è nè un'ipotesi di applicazione permanente del meccanismo dell'inversione contabile che rientra nelle fattispecie tassativamente previste dall'art 199 della Direttiva Iva e nè una possibilità emessa in via temporanea fino al 2018 dall'art 199 bis ecco perchè necessita di autorizzazione comunitaria.

L'obiettivo di questa misura prevista dalla legge di stabilità è quella di evitare che il consorzio si trovi in una posizione di credito Iva strutturale nei confronti della Pubblica Amministrazione. Prevedendo l'estensione del Reverse Charge in capo al consorzio, esso stesso evita questo problema di credito strutturale in quanto l'Iva a debito sarà neutralizzata dall'Iva a credito per lo stesso importo. Con questop meccanismo si sposta  a monte delle imprese consorziate il problema del credito Iva in quanto il Reverse Charge,questo limite, il debito di imposta venendo traslato in capo al committente o cessionario del bene o del servizio non c'è modo di addebitare questa imposta andandola a compensare con il credito Iva. Per tanto le imprese consorziate avranno come strumento per neutralizzare questo sbilanciamento finanziario che viene a crearsi applicando il Reverse Charge, il rimborso annuale e infrannuale attraverso il presupposto dell'aliquota media.

Lo strumento introdotto dalla legge di stabilità si pone come alternativa alla proposta che era stata avanzata in sede di interrogazione parlamentare nel novembre 2015, dove si proponeva di differire il diritto dell'erario di incrementare l'Iva nei rapporti tra consorzio e Pubblica Amministrazione nel momento in cui l'Amministrazione finanziaria avesse rimborsato al consorzio il credito Iva emergente dall'applicazione dello Split Payment. La risposta è stata negativa in quanto l'ipotesi di esigibilità differita sono tassativamente prevsite dall art 6 comma 5.

L'introduzione del Reverse Charge da parte del legislatore evita il problema del credito Iva strutturale in capo al consorzio anche se è una misura ancora in stad by in attesa di autorizzazione.