Assegno unico e universale e Reddito di cittadinanza: necessaria una nuova domanda
Con la legge numero 197 del 29 dicembre 2023 viene disposta la cessazione dell’erogazione del Reddito di cittadinanza a partire dal 1° gennaio 2024. L’Inps con il messaggio numero 258 del 19 gennaio 2024, fornisce alcune importanti indicazioni per quei nuclei familiari ai quali l’Assegno unico e universale per i figli a carico (AUU) veniva corrisposto come quota integrativa dello stesso Reddito di cittadinanza.
Secondo quanto riportato nel citato messaggio, per questa categoria di utenti la prestazione continuerà ad essere erogata sulla carta RdC sino alla mensilità di febbraio 2024, tenuto conto dell’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) valido al 31 dicembre 2023.
A partire dalla mensilità di marzo 2024, sarà necessario dunque per le famiglie che ancora non lo hanno fatto, proporre una nuova domanda di AUU.
È importante sottolineare che la domanda di Assegno unico e universale non viene in alcun modo sostituita dalla presentazione della domanda dell’Assegno di inclusione (ADI); questi, infatti, è stato introdotto con il decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85, al fine di contrastare la povertà e l’esclusione sociale, e destinato ai nuclei familiari nei quali sono presenti figli minori, disabili, componenti con almeno sessant’anni di età o in condizioni di svantaggio e inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi sociosanitari.
Quindi, benché similari, le due agevolazioni devono considerarsi distinte e come tali devono essere presentate le domande.
Per ciò che attiene la presentazione della domanda di AUU con relativo ISEE aggiornato, se presentati entro il 30 giugno 2024, danno diritto al riconoscimento anche degli arretrati, corrisposti con successivo conguaglio. Qualora la nuova Dichiarazione sostitutiva unica (DSU) sia presentata entro il 30 giugno 2024, gli importi eventualmente già erogati per l’annualità 2024 saranno adeguati a partire dal mese di marzo 2024 con la corresponsione dei relativi arretrati.
Da ultimo, al fine di mantenere una puntuale erogazione degli importi, l’Istituto raccomanda agli utenti, di verificare la correttezza dei dati di pagamento indicati, in particolare del codice IBAN del conto corrente o della carta prepagata, che deve essere intestato/cointestato al richiedente la prestazione.