Bonus edilizi

Superbonus 110%. I benefici superano i costi per lo Stato? L’analisi FNC


I bonus edilizi, riconosciuti nella forma di detrazione scomputabile dalle imposte sul reddito - in misura pari a una determinata percentuale delle spese sostenute per l’effettuazione di interventi agevolati di recupero del patrimonio immobiliare esistente - sono presenti nel nostro ordinamento già da molti anni. Inizialmente, tale strumento è stato introdotto per la prima volta con la Legge Finanziaria per il 1998 (L. 449/97) con il fine di favorire mediante il c.d. “contrasto di interessi”, l’emersione del sommerso del settore edile, in particolar modo con riguardo ai lavori commissionati alle imprese da privati. 

I “bonus casa” - da allora – sono stato oggetto di sistematiche proroghe e modifiche fino all’introduzione in modo organico tra le disposizioni del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, in corrispondenza dell’art. 16-bis. 

I bonus edilizi rappresentano un costo per lo Stato poiché comportano minori entrate - correlate alle detrazioni fiscali dei beneficiari - e, al tempo stesso, un beneficio dal punto di vista finanziario poiché le finanze pubbliche vedono maggiori entrate conseguenti alla spesa indotta dai bonus che si traduce in maggiori imponibili Iva e maggiori imposte dirette.

Nel contesto pandemico, l’introduzione del Superbonus 110% ha sicuramente rappresentato una forte spinta alla ripresa economica. Il bonus in oggetto ha riscontrato una diffusione su larga scala e non sono state poche le criticità legate allo stesso. 

La Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha recentemente pubblicato, sul proprio sito internet, il documento di ricerca “L’impatto economico del superbonus 110% e il costo effettivo per lo Stato dei bonus edilizi” che contiene l’analisi del costo dei bonus edilizi per lo Stato e del ritorno economico che questi hanno generato attraverso maggiori investimenti, incremento dell’occupazione e creazione di valore aggiunto

Il documento, analizzando i dati relativi ai bonus edilizi e al superbonus 110%, ricostruisce la metodologia applicata dalla Ragioneria Generale dello Stato (RGS) nelle stime degli effetti di finanza pubblica dei bonus edilizi e presenta una stima alternativa del costo lordo per lo Stato e dell’effetto fiscale indotto dal superbonus 110% che tiene conto dell’impatto che il superbonus esercita sul settore edile e sull’economia in generale

L’analisi contenuta nel documento tenta di fornire gli spunti e gli interventi possibili per perfezionare uno strumento che si è dimostrato di grande utilità per la ripresa post pandemia del Paese e che può certamente ancora svolgere un ruolo di fondamentale importanza per lo sviluppo della nostra economia, nonostante alcune ostilità che l’hanno contraddistinto. 

Con il superbonus 110% e la possibilità di optare per lo sconto sul corrispettivo e la cessione del credito, in alternativa alla detrazione in dichiarazione, i bonus edilizi hanno compiuto un vero e proprio salto di qualità, passando da strumento di politica fiscale per l'emersione del sommerso e per l'incentivazione di specifici interventi a veri e propri strumenti per il sostegno del comparto dell'edilizia ma non solo; per il sostegno del sistema economico dell'intero Paese. 

Si ricorda che, il Superbonus 110% è stato introdotto con l’art. 119 del c.d. Decreto Rilancio (D.L.34/2020) nel pieno dell’emergenza covid-19. Il citato art. 119 ha elevato sino al 110% la percentuale di detrazione spettante sulle spese sostenute per interventi di efficienza energetica e/o per interventi di riduzione del rischio sismico, oltre che per alcuni altri interventi “collaterali” effettuati congiuntamente ai primi due.

L’art. 121 poi, ha definito la possibilità di fruire della generalità dei bonus edilizi (sia il superbonus sia quelli già previsti nell’ordinamento a quella data) mediante un contributo anticipato dal fornitore:

  • sottoforma di sconto sul corrispettivo in fattura oppure
  • mediante cessione a terzi, compresi banche e altri intermediari finanziari

del credito di imposta corrispondente alla detrazione altrimenti spettante.

Proprio queste due opzioni, lo sconto in fattura e la cessione del credito, hanno reso più appetibile il recupero delle spese edilizie. Infatti, con queste nuove modalità è stato possibile recuperare “immediatamente” le spese sostenute in luogo del tradizionale recupero esteso su un orizzonte temporale di cinque o dieci anni attraverso la detrazione in quote costanti di una percentuale della spesa sostenuta dall’imposta lorda. 

A supportare questa tesi ci pensano i risultati della ricerca:  nel 2021, anno post pandemico, si evidenzia un picco significativo del Pil rispetto al crollo del 2020.

Il valore aggiunto del settore costruzioni ha mostrato un’espansione molto marcata, contribuendo in maniera significativa alla ripresa economica generale. Nel 2021, il valore aggiunto nel settore costruzioni si è incrementato del 21,6% rispetto al 2020, a fronte di una variazione del 6,7% per l’intera economia.

In particolare, i dati trimestrali permettono di osservare ancora meglio la dinamica del valore aggiunto del settore costruzioni rispetto al totale economia nel biennio pandemico. Difatti, si evidenzia che il settore costruzioni ha anticipato la ripresa post pandemica di un semestre.

Nel primo trimestre 2021 si è visto il settore costruzioni crescere del 16,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e l’economia totale ferma a +0,6%. Questa tendenza è diventata esplosiva nel secondo trimestre 2021 con le costruzioni schizzate a +52,6% e l’economia totale a +16,9%. Questa tendenza di una crescita a doppia cifra del tendenziale delle costruzioni è proseguita nel primo e nel secondo trimestre 2022 con differenziali molto ampi rispetto al totale economia. In particolare, nel primo trimestre 2022 le costruzioni crescono del 19,3% contro il +6% del totale economia con un plus del 13,3%.

Anche sul fronte dell’occupazione si sono registrati miglioramenti dovuti all’agevolazione fiscale: nel 2021 si osserva una crescita più elevata nel settore costruzioni rispetto al totale economia e la crescita dell’occupazione è proseguita con elevata intensità anche nella prima parte del 2022.