Ferie tramutate in cassa integrazione Covid-19: il parere dell’INL
Il caso
L’azienda in esame, nel mese di agosto aveva tramutato unilateralmente la terza settimana di ferie già concesse ad un suo dipendente, in CIGO con causale Covid-19; sul punto si era già espresso l’Inps, ritenendo legittima la fruizione del periodo CIGO concesso. Sulla questione si è espresso altresì il MLPS con nota prot. n. 10408 del 22 novembre 2021, riportando quanto previsto dall’art 2109 cc, il quale prevede per ciascun lavoratore un periodo di ferie annuali complessivo di quattro settimane, due delle quali da sfruttare consecutivamente. Tale articolo riconosce però in capo al datore di lavoro il potere di organizzare l’attività imprenditoriale e, in forza di ciò, di modificare (in alcune ipotesi) le restanti ferie del suo dipendente sempre che sia rispettato l’obbligo di comunicazione preventiva e che tali modifiche risultino ammissibili esclusivamente laddove le esigenze aziendali assumano carattere di eccezionalità ed imprevedibilità e come tali siano supportate da adeguata motivazione.
La nota INL
Dalla nota protocollata n. 1799 si evince però che il datore di lavoro, in violazione del sopracitato art. 2109 cc, non aveva soggiaciuto all’obbligo di preventivo avvertimento della modifica delle ferie già concesse; nonostante ciò per tale irregolarità non è prevista dal nostro ordinamento una sanzione amministrativa e non si ritiene utile il ricorso al potere di disposizione di cui ex art. 14 D.lgs. n. 124/2004 poiché risulta comunque inalterato il plafond delle ferie maturate da ciascun lavoratore che quindi potrà comunque usufruirne.