Fallimenti in Italia: i dati del primo semestre 2021
In data 26 agosto Unioncamere e InfoCamere pubblicano i risultati dello studio condotto sulle aperture di procedure fallimentari nei primi sei mesi degli ultimi tre anni a partire dai dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio.
I dati rilevano che nel primo semestre 2021 la percentuale di imprese che hanno avviato una procedura fallimentare è al disotto dei valori del periodo pre-pandemia, il 13% in meno rispetto a due anni fa (in particolare sono state 4.667 imprese, contro le 5.380 del corrispondente periodo del 2019).
Nei primi mesi del 2020 sono state registrate 2.924 dichiarazioni di fallimento, dovuti prevalentemente:
- all’imposizione del lockdown;
- all’arresto delle attività dei tribunali.
Analizzando il primo semestre del 2019, periodo che è stato affetto dalle conseguenze legate all’emergenza sanitaria, si rileva che il bilancio della prima metà del 2021 mostra per quasi tutte le regioni valori in diminuzione, per una media nazionale che si afferma al -13,3%.
Si stima che:
- le regioni più piccole come la Basilicata (+53,6%) e il Molise (+41,7%) rilevano una percentuale pià alta;
- tra le regioni più grandi, a far segnare un incremento rispetto a due anni fa si segnala la sola Sicilia (+1,4%);
- la Lombardia è l’unica regione che si colloca sopra la soglia dell’uno per mille nel tasso di fallimento (1,01);
- il tasso di fallimento delle imprese italiane (determinato dal numero di procedure fallimentari aperte ogni mille imprese registrate) si attesta al valore di 0,76.
Lo studio presenta la dinamica dei fallimenti tra i vari settori di attività delle imprese. Mostrano un’accelerazione rispetto al primo semestre 2019 le seguenti attività:
- la fornitura di energia (+60%);
- la sanità e assistenza (+21,6%);
- il trasporto e magazzinaggio (+19%);
- l’istruzione (+13.3%);
- le attività assicurative e finanziarie (+3,2%).