Fisco

Fidejussione bancaria: sconta l'imposta di registro


La Corte di Cassazione con la sentenza n. 17237 del 12 luglio 2013 sancisce che la fidejussione bancaria, anche se ha la natura di contratto accessorio, non sconta l'IVA bensì l'imposta di registro in misura proporzionale.

Nel caso di specie un istituto di credito ottiene due decreti ingiuntivi mossi nei confronti di società suoi clienti e dei suoi fidjussori per scoperti di conto corrente: in particolare l'istituto di credito, ritenendo di dover versare l'IVA,  chiedeva ai garanti il rimborso dell'imposta di registro versata e presentava ricorso contro l'Agenzia delle Entrate che aveva adottato il silenzio rifiuto.

I giudici di primo e secondo grado accettano il ricorso ma l'Agenzia ricorre in Cassazione la quale ribalta il verdetto, sostenendo che "la natura accessoria del contratto di fidejussione in campo civilistico non può essere riportata nell'ambito tributario, e segnatamente nell'ambito della disciplina dell'imposta di registro, per la quale, ai sensi dell'art. 22 D.P.R. 26 aprile 1986 n. 131, vale invece il principio dell'autonomia dei singoli negozi; la relativa tassazione non resta, quindi, attratta nella discliplina tributaria dell'IVA per il solo fatto che il creditore sia un soggetto IVA".