Economia

DEF 2013: analisi e tendenze della Finanza Pubblica


I dati di finanza pubblica riportati nel DEF relativi al consuntivo 2012 espongono un miglioramento dell'indebitamento netto rispetto al risultato 2011, nei cui confronti si passa dal -3,8 al -3% del Pil, in presenza, tuttavia, di una previsione nella Nota di aggiornamento di settembre 2012 nella quale era stimato un valore minore dell'indebitamento medesimo, pari a -2,6%.

Il miglioramento dell'indebitamento registrato nel 2012 rispetto al 2011, pari a 0,8 punti di Pil, è dovuto a un aumento delle entrate di 1,5 punti Pil, compensato in parte da un aumento della spesa di 0,8 punti; l'avanzo primario è più che raddoppiato, passando dall'1,2 al 2,5% del Pil.

Più in dettaglio, le entrate correnti hanno registrato una variazione in aumento del 3,1%, dovuto a un incremento delle entrate tributarie del 5,2% ascrivibile sia alle imposte indirette, trainate prevalentemente dal gettito dell'IMU e dall'aumento delle accise sugli oli minerali, sia a quelle dirette, per effetto dell'aumento del gettito Irpef, della relativa addizionale regionale e dell'aumento della tassazione delle rendite finanziarie. L'aumento delle entrate correnti al 47,7% del Pil ha determinato un valore della pressione fiscale pari al 44%, in consistente aumento rispetto al 42,6% del 2011.

Dal lato della spesa le uscite totali mostrano una dinamica contenuta rispetto al 2011 (0,6%), sulla base di un pressoché analogo andamento delle spese correnti. In particolare, i redditi da lavoro dipendente sono diminuiti del 2,3%, a seguito di una lieve riduzione dei dipendenti delle Amministrazioni pubbliche e del permanere del blocco dei rinnovi contrattuali; le prestazioni sociali in denaro sono aumentate del 2,4 per cento, in linea con la crescita della spesa per pensioni e rendite. Di maggior consistenza l'aumento degli interessi passivi che, anche in relazione alla crescente dinamica del debito e all'incremento dei costi di finanziamento, è risultato del 10,7% rispetto al 2011.

Il percorso di rientro del deficit nel 2012, che dovrebbe in ogni caso consentire la chiusura della procedura per disavanzi eccessivi, è stato condizionato negativamente, rispetto ai dati previsionali contenuti nel DEF 2012 e nella relativa Nota di aggiornamento (nei quali l'indebitamento netto veniva quantificato, rispettivamente, a -1,7 e -2,6%), sia dal peggioramento della congiuntura economica, sia dal persistere dalle tensioni sui mercati finanziari.

Quali sono le previsioni 2013-2017?

Le previsioni per il quinquennio 2013-2017 sono costruite  sulla base delle risultanze dell'anno 2012 e tenendo conto degli effetti finanziari del decreto-legge n. 35/2013 in tema di pagamenti dei debiti pregressi delle pubbliche amministrazioni; i valori dell'indebitamento per gli ultimi tre anni del periodo considerano, inoltre, la prosecuzione dell'attuale regimesperimentale di tassazione degli immobili (IMU e aumento dei coefficienti catastali) che, in assenza di conferma, dovrebbe cessare al termine del 2014.

Le previsioni evidenziano un consistente aumento dell'indebitamento netto per il 2013 rispetto alle indicazioni contenute nella Nota di aggiornamento del DEF 2012, pari all'1,1% (-2,9%, in luogo del -1,8% programmato), dovuto per circa 0,5 punti agli effetti del citato decreto-legge n. 35/2013, per 0,9 punti alla minore crescita del Pil per circa 1,8 punti percentuali (-1,3%, anziché il previsto -0,5%), parzialmente compensati da una minore spesa per interessi dello 0,3%. Ciononostante, nel 2013 il valore dell'indebitamento netto strutturale – vale a dire al netto delle una tantum e corretto per il ciclo – consente comunque il conseguimento del pareggio di bilancio in termini strutturali, nonché il formarsi di un surplus , sempre in termini strutturali, nel 2014 pari allo 0,4%.

In sintesi, gli andamenti tendenziali esposti nella tabella espongono che:

  • le spese correnti al netto degli interessi passano dal 42,7% del Pil nel 2013 al 40,2 al termine del periodo, con una diminuzione di 2,5%. Ciò deriva da una riduzione di tutte le principali componenti di spesa, con la precisazione che la componente relativa alle prestazioni sociali rimane stabile per i primi due anni, iniziando la diminuire solo dal 2015 (le altre componenti decrescono fin dall'inizio del periodo);
  • la diminuzione opera anche per la spesa in conto capitale, la cui riduzione è tuttavia più contenuta (-1,1%) rispetto a quella di parte corrente, in un percorso, precisa il DEF, destinato a continuare anche nel prosieguo, al fine di creare una situazione di finanza pubblica in grado di supportare al meglio lo sviluppo e la crescita economica;
  • la spesa per interessi segue invece un andamento crescente, per 0,8 punti percentuali che, tuttavia, appare al momento più favorevole di quanto in precedenza ipotizzato a settembre 2012 nella Nota di aggiornamento (ove era prevista attestarsi nel 2017 al 6,3% di Pil), a seguito di uno scenario dei tassi più favorevole;
  • le entrate totali si attestano nel primo anno al valore più elevato del periodo, pari al 48,6 del Pil (ed in aumento di 0,5 punti in quota Pil rispetto all'anno precedente), seguendo tuttavia nel prosieguo un percorso lievemente discendente, fino al 27,4% nel 2017, con una correlata diminuzione del livello della pressione fiscale complessiva. 

 

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