Oltre sei milioni in Italia fra disoccupati, “inattivi” e sottoccupati: le nuove categorie Istat
Nuovi indicatori dell'Istat per comprendere meglio il fenomeno disoccupazione in Italia: su un totale di oltre sei milioni di persone senza lavoro, bisogna infatti distinguere fra situazioni tra loro molto diverse.
Il tasso di disoccupazione complessivo negli ultimi cinque anni è cresciuto di oltre il 39%, con un numero di persone non occupate che, dal 2007 al 2012, è aumentato di 1 milione 641 mila unità.
I nuovi indicatori
1. Inattivi disponibili a lavorare
Il primo riguarda gli inattivi disponibili a lavorare, ovvero coloro che non hanno cercato un lavoro nelle ultime quattro settimane ma sono subito disponibili a lavorare. Nel 2012 gli inattivi disponibili a lavorare sono 2 milioni 975 mila, 78 mila in più (pari a +2,7%) rispetto al 2011. La quota di questi inattivi sulle forze di lavoro, stabile all’11,6% in confronto a un anno prima, è oltre tre volte superiore a quella media europea (3,6%).
In Italia, gli inattivi disponibili a lavorare sono più numerosi dei disoccupati in senso stretto (quasi tre milioni contro circa 2 milioni 700 mila), mentre nella media europea si verifica l’opposto: i disoccupati (circa 25 milioni) sono più del doppio di questo segmento di inattivi (8 milioni e 800 mila).
All’interno di questo gruppo di inattivi gli scoraggiati, cioè quelli che dichiarano di non aver cercato lavoro perché convinti di non trovarlo, sono 1 milione 300 mila, il 43% del totale.
2. Inattivi che cercano lavoro
Il secondo indicatore riguarda gli inattivi che cercano lavoro, ma non sono subito disponibili a lavorare. Nel 2012 questo gruppo conta 111 mila individui, 7 mila in meno rispetto a un anno prima (-6,1%). Questi rappresentano lo 0,4% delle forze di lavoro in Italia e lo 0,9% nell’Unione Europea.
La somma degli inattivi disponibili a lavorare e degli inattivi che cercano ma non disponibili rappresenta le cosiddette “forze di lavoro potenziali” che, nel 2012 ammontano a 3 milioni 86 mila.
Sommando le forze di lavoro potenziali ai disoccupati si ha la misura delle persone potenzialmente impiegabili nel processo produttivo: si tratta di 5 milioni 831 mila persone nel 2012.
Negli ultimi cinque anni alla contestuale crescita delle persone in cerca di occupazione (da 1 milione 506 mila del 2007 a 2 milioni 744 mila del 2012), si accompagna l’aumento delle forze lavoro potenziali (+403 mila unità).
3. Sottoccupati part-time
Il terzo indicatore infine è quello dei sottoccupati part time che, sempre nel 2012, sono 605 mila, 154 mila in più rispetto al 2011 (+34,1%): essi rappresentano il 2,4% delle forze di lavoro. Nell’Unione Europea l’incidenza è pari al 3,8%. In confronto a cinque anni prima, i sottoccupati part time aumentano di 241 mila unità (+66,1%, rispetto ai 364 mila del 2007).
TABELLA - DISOCCUPATI, FORZE LAVORO POTENZIALI E SOTTOCCUPATI
Anni 2007-2012, valori assoluti (in migliaia)
-
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Disoccupati
1.506
1.692
1.945
2.102
2.108
2.744
Forze lavoro potenziali
2.683
2.788
2.736
2.887
3.016
3.086
- Inattivi disponibili a lavorare
2.541
2.626
2.600
2.764
2.897
2.975
- Inattivi che cercano lavoro
142
163
137
123
118
111
Sottoccupati
364
405
412
435
451
605
Nel complesso, la crescita del tasso di disoccupazione è stata accompagnata non solo da una perdita del lavoro da parte di di 323 mila occupati ma anche dalla crescita delle forze di lavoro potenziali e dei sottoccupati part time. Tra il 2007 e il 2012 gli inattivi disponibili a lavorare sono aumentati di 434 mila unità, mentre risultano in calo quelli che cercano lavoro ma non sono subito disponibili a lavorare (-31 mila). Nello stesso arco temporale i sottoccupati part time aumentano del 66,1%, passando da 364 mila nel 2007 a 605 mila nel 2012.