Split payment: esclusi forfettari e regime di vantaggio
Split payment: contribuenti esclusi
Nel corso di Telefisco 2018, che si è tenuto il 1° febbraio scorso, è stato sottoposto all'Agenzia delle Entrate il seguente quesito:
"I contribuenti in regime di vantaggio e quelli che applicano il regime forfettario che emettono fattura nei confronti di un contribuente soggetto a split payment devono riportare in fattura la dicitura "scissione nei pagamenti" o "split payment"? Oppure tale dicitura non è obbligatoria poiché i contribuenti minimi/forfettari non sono soggetti a IVA?"
L'amministrazione finanziaria, precisa che detti contribuenti, per espressa previsione di legge, non addebitano l'IVA in via di rivalsa e dunque sono esonerati dagli obblighi di liquidazione e versamento dell'imposta, mantenendo il solo onere di indicare nella fattura emessa che l'operazione è soggetta al regime di vantaggio o a regime forfettario.
Le Entrate fanno poi espresso richiamo alla circolare n. 6/E del 2015, che al pargrafo 8.5 stabilisce che il meccanismo della scissione dei pagamenti, di cui all'art. 17-ter del DPR 633/72, non trova applicazione in relazione alle operazione assoggettate a regimi speciali che non prevedono l'evidenza dell'imposta in fattura e che ne dispongono l'assolvimento secondo regole proprie ossia, come nel caso prospettato, che esonerano il fornitore dall'addebito dell'IVA in via di rivalsa.
Si ricorda che...
Il meccanismo IVA definito split payment o separazione dei pagamenti, è stato introdotto nel nostro ordinamento dalla Legge di Stabilità 2015 (legge 190/2014). Detto meccanismo è regolato dall'art. 17-ter del DPR 633/72: in sostanza a fronte di una fattura emessa da un soggetto IVA nei confronti di un ente della Pubblica Amministrazione, quest'ultima verserà al prestatore o cedente l'importo della fattura al netto dell'IVA, mentre verserà l'imposta sul valore aggiunto direttamente all'Erario.
Il meccanismo riguarda i seguenti soggetti:
- amministrazioni pubbliche soggette all'obbligo di fatturazione elettronica;
- società controllate da Ministeri e dagli Enti Locali;
- società quotate nella Borsa Italiana all'indice FTSE MIB.
- enti o società controllate, direttamente o indirettamente, dagli Enti Nazionali di Previdenza e Assistenza;
- enti, fondazioni o società partecipate, direttamente o indirettamente, per una percentuale complessiva del capitale non inferiore al 70%, dalle Amministrazioni Pubbliche.