Fisco

Risoluzione n. 2/DF: confermato il blocco all’aumento delle aliquote IMU e TASI


Con la Risoluzione n. 2/DF del 29 maggio 2017 il Dipartimento dell’Economia e delle Finanze ha fornito alcuni chiarimenti circa il blocco dell’aumento dei tributi locali, previsto dall’art. 1, co. 26 della Legge 208/2015 (Stabilità 2016) per l’anno 2016, e prorogato dalla legge di bilancio 2017 anche per l’anno 2017. Tale disposizione prevede l’impossibilità per gli enti locali di incrementare il livello dei tributi di propria competenza rispetto alle aliquote deliberate nel 2015.

Il Dipartimento delle Finanze è stato interpellato per valutare la proposta di redistribuire il carico delle aliquote IMU e TASI per gli immobili di categoria catastale D1, D2, D4, D6 e D7, con una diminuzione dell’aliquota IMU (dal 10 al 7,6 per mille) e un corrispondente aumento dell’aliquota TASI (da 0 a 2,4 per mille), nel rispetto dei limiti massimi fissati dal co. 677 dell’art. 1 della Legge n. 147/2013 (somma della TASI+IMU, per ogni tipologia d’immobile, non eccedente il 10,6 per mille).

Secondo il Dipartimento delle Finanze tale proposta non può essere accettata, in quanto comporterebbe un aggravio della TASI a carico di alcune categorie di contribuenti, determinando un maggior prelievo, in contrasto con il blocco degli aumenti citato in precedenza. Si ricorda, infatti, che nel caso in cui l’immobile sia occupato da un soggetto diverso dal titolare del diritto reale, l'occupante versa la TASI nella misura stabilita dal Comune (fra il 10 e il 30 per cento dell'ammontare complessivo della TASI). Inoltre, qualora il Comune non abbia inviato la delibera d’individuazione della percentuale nei termini ovvero nel caso di mancata determinazione della stessa, la percentuale a carico del possessore diventa pari al 90 per cento dell'ammontare complessivo del tributo. E’ del tutto evidente che la suddetta proposta comporterebbe un aggravio del tributo per gli occupanti dell’immobile.

Per attuare una manovra sui tributi locali nel rispetto delle sopra esposte disposizioni di legge, si dovrebbero adottare le misure seguenti:

  • per gli immobili locati, il mantenimento delle aliquote vigenti ovvero l’IMU al 10 per mille e la TASI azzerata, mentre per gli immobili non locati, l’aliquota IMU al 7,6 per mille e l’aliquota TASI al 2,4 per mille;
  • in alternativa, assoggettare anche gli immobili dati in locazione alle aliquote ridotte (IMU del 7,6 per mille e TASI del 2,4 per mille), con rinuncia da parte del Comune alla TASI dovuta dagli occupanti, prevedendo per tali soggetti una specifica ipotesi di azzeramento dell’aliquota.

La manovra così riformulata, conclude il Dipartimento delle Finanze, garantirebbe l’assenza di un maggior prelievo sui tributi locali ma, d’altro canto, si avrebbe la mancata applicazione delle previsioni dell’art. 193 del D.Lgs. 267/2000, che dispone la salvaguardia degli equilibri di bilancio.