Fisco

I contributi erogati dal GSE non sono rilevanti ai fini IVA


Dal 2016, i soggetti che producono energia elettrica da fonti rinnovabili ricevono incentivi dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) sotto forma di contributi, in sostituzione del precedente sistema dei certificati verdi, secondo le disposizioni dell’articolo 19 del decreto ministeriale 6 luglio 2012.

A tal proposito, l’onorevole Gebhard Renate ha presentato l’interrogazione n. 5-09825 chiedendo chiarimenti in merito al corretto trattamento fiscale di tali contributi: viene presentato il caso di un consorzio produttore di energia, il quale cede l’energia prodotta ai propri consorziati, riaddebitando a quest’ultimi i soli costi di diretta produzione. I consorziati a loro volta, cedono l’energia a soggetti terzi a prezzi di mercato, emettendo regolare fattura di vendita. La società consortile, agendo come mandataria senza rappresentanza, contabilizza i contributi che riceve dal GSE per l’immissione dell’energia in rete, come debiti nei confronti dei consorziati e li riversa immediatamente agli stessi. L’onorevole interrogante ha chiesto approfondimenti sul comportamento tenuto dalla società consortile nella gestione dei suddetti incentivi, sia ai fini IVA che delle imposte dirette.

Con la risposta in Commissione finanze, fornita in occasione del question time del 20 ottobre 2016, il Ministero dell’Economia e delle Finanze chiarisce che gli incentivi erogati dal GSE al consorzio sono un contributo a fondo perduto volto a favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili, senza una specifica controprestazione da parte del consorzio (Circolare n. 46/E del 19 luglio 2007, par. 6). I contributi in questione sono indipendenti e autonomi, rispetto ai corrispettivi pattuiti per la cessione dell'energia prodotta mediante l’utilizzo degli impianti a fonti rinnovabili. Pertanto, in mancanza del rapporto sinallagmatico tra le operazioni poste in essere dal consorzio che riceve il contributo e quelle del GSE che lo eroga, tali operazioni non sono rilevanti ai fini IVA.

Il MEF precisa, inoltre, che in presenza di un rapporto di mandato senza rappresentanza fra il consorzio e i consorziati, anche l'operazione consistente nel riversamento degli incentivi ai singoli consorziati deve essere considerata fuori campo IVA per mancanza del presupposto oggettivo (articolo 3, comma 3 del DPR 633/1972). 

Infine, ai fini delle imposte dirette viene confermato il comportamento contabile adottato dal consorzio, con riferimento agli incentivi percepiti dal GSE per conto dei consorziati, in quanto in linea con le indicazioni fornite dall’Agenzia delle entrate con la Risoluzione n. 9/888 del 30 maggio 1986, secondo la quale “le somme…riscosse per conto delle imprese consorziate, sono contabilizzate come debiti verso le imprese stesse e vengono ad essi immediatamente riversate”.