Fisco

IMU e ICI: confronto d'imposta sulle abitazioni principali


Dallo studio prodotto dal Dipartimento delle Finanze, che ha già fornito un'attenta analisi sul gettito dei versamenti IMU, discende anche un approfondimento sul confronto tra le due imposte patrimoniali sugli immobili: la nuova IMU e la vecchia ICI.

Una delle principali novità dell’IMU è stata l’abolizione dell’esenzione sulla abitazione principale che era stata introdotta nell’anno 2008. In particolare tre sono le differenze fondamentali dell’IMU rispetto all’ICI:

  1. la base imponibile si ottiene moltiplicando per 160 (100 con l’ICI) la rendita catastale rivalutata;
  2. l’aliquota ordinaria sull’abitazione di residenza è pari al 4 per mille e i Comuni hanno facoltà di aumentare o ridurre l’aliquota in una fascia compresa tra il 2 e il 6 per mille (con l’ICI le aliquote si collocavano tra il 4 e il 7 per mille);
  3. la detrazione base concessa per l’abitazione di residenza è pari a 200 euro (poco più di 100 euro con l’ICI 2007) e può essere innalzata dal Comune; essa inoltre aumenta di 50 euro per ogni figlio convivente di età inferiore a 26 anni, fino ad un massimo di 600 euro.

Complessivamente, il gettito IMU sulla prima casa, ad aliquota standard, è equivalente all’ICI dell’ultimo anno di vigenza: rispettivamente 3,4 e 3,3 miliardi. Data la detrazione fissa di 200 euro, più elevata di quella vigente nel 2007 sull’ICI (pari a 103,29 euro), l’IMU sulle abitazioni principali risulta più progressiva dell’ICI. Le due imposte sono state simulate sulle rendite catastali di tutti i soggetti che nel 2010 risultavano proprietari di abitazioni principali; per l’IMU è stata considerata l’aliquota del 4 per mille e la detrazione di 200 euro (prescindendo dall’ulteriore detrazione per figli) e per l’ICI l’aliquota del 5 per mille e la detrazione di 103,29 euro. Le basi imponibili sono state calcolate applicando alle rendite catastali rivalutate il coefficiente previsto dalle normative (160 per l’IMU e 100 per l’ICI). Per il meccanismo di calcolo dell’imposta, il versamento IMU risulta inferiore al versamento ICI per rendite catastali fino a circa 660 euro, mentre per rendite superiori risulta più elevato. Circa un quarto delle abitazioni principali risulta esente.

Tra le abitazioni principali, quelle con rendita inferiore a 660 euro – che quindi beneficiano di un risparmio dall’applicazione della nuova imposizione sugli immobili rispetto all’ICI prima dell’esenzione – rappresentano il 74% in termini numerici ed il 50% in termini di rendita.

Ordinando i proprietari per decili di rendita catastale dell’abitazione principale e, calcolando per ciascun decile l’incidenza dell’IMU (ovvero il rapporto tra l’IMU ed il reddito complessivo al netto dell’IMU) e dell’ICI 2007 (ovvero il rapporto tra l’II ed il reddito complessivo al netto dell’ICI), emerge che l’IMU presenta una progressività più marcata rispetto all’ICI; l’incidenza di entrambe le imposte è infatti crescente con la rendita catastale ma l’ICI determina un prelievo significativamente maggiore dell’IMU per i proprietari appartenenti ai primi sette decili. Il contrario avviene per le rendite  elevate, ovvero per i proprietari degli ultimi tre decili di rendita, che risultano svantaggiati dal nuovo prelievo.

 

Considerando le caratteristiche principali dell’imposta sugli immobili, l’IMU rispetta l’equità verticale e orizzontale nel caso di contribuenti proprietari dell’abitazione principale che possono godere delle detrazioni che rendono progressiva l’imposta. L’aliquota media sale poi progressivamente tendendo al 4per mille per valori molto elevati di patrimonio immobiliare. Il legislatore ha poi inteso accentuare la progressività prevedendo un’aliquota più elevata, il 7,6 per mille, per gli immobili diversi dall’abitazione principale. Quest’aliquota maggiorata ha un effetto progressivo nell’ipotesi che un contribuente possieda altri immobili in aggiunta all’abitazione principale. In generale, tassare il patrimonio, sia pure ad aliquote proporzionali e non progressive, equivale a un’imposizione progressiva sul reddito, perché la ricchezza è molto più concentrata del reddito. Occorre, infine, ricordare che i comuni possono, attraverso la manovrabilità delle aliquote, accentuare la natura progressiva dell’imposta. Infatti, inalcune delibere comunali sono state previste aliquote differenziate a seconda del numero di immobili posseduti.

Si riporta la distribuzione per classi di reddito dei versamenti IMU sulla prima abitazione. L’importo medio dei versamenti risulta crescente al crescere del reddito passando da 187 euro per i soggetti con reddito fino a 10.000 euro a 629 euro per i soggetti con reddito superiore a 120.000 euro