ISTAT - Professioni in tempo di crisi: l'indagine Istat che approfondisce la conoscenza del mercato del lavoro
Nel biennio 2012/2013, Isfol (Gruppo "Professioni" nell'ambito della struttura "Lavoro e professioni") ha condotto - congiuntamente con Istat - un'indagine sulle professioni che consente di analizzare le caratteristiche e i requisiti richiesti per esercitare una professione, permettendo di
stimare indirettamente anche la qualità del capitale umano occupato.
L’indagine ha privilegiato, infatti, il punto di vista dei lavoratori che esercitano quotidianamente le professioni oggetto di studio e ne possiedono pertanto una conoscenza diretta e concreta.
Nello specifico, l'indagine approfondisce la conoscenza sul mercato del lavoro, analizzando le caratteristiche e i requisiti richiesti per esercitare le professioni previste dall’attuale classificazione delle professioni (CP2011).
Classificazione delle professioni CP2011
La nuova classificazione delle professioni CP2011, che l'Istat ha adottato proprio a partire dal 2011, è frutto di un lavoro di aggiornamento della precedente versione (CP2001), ed è la seguente:
- Legislatori, imprenditori e alta dirigenza
- Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione
- Professioni tecniche
- Professioni esecutive nel lavoro d'ufficio
- Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi
- Artigiani, operai specializzati e agricoltori
- Conduttori di impianti, operai di macchinari fissi e mobili e conducenti di veicoli
- Professioni non qualificate
- Forze armate
Come cambiano competenze, abilità e condizioni di lavoro
Dal 2008 al 2012 il numero di occupati è diminuito di oltre 500 mila unità. I più colpiti sono artigiani e operai specializzati, mentre aumentano le unità per le professioni impegnate in attività elementari sia di produzione che di servizio.
In particolare è emerso che per oltre 14 milioni di occupati è fondamentale aggiornare le conoscenze e competenze acquisite o apprenderne delle nuove. A fronte di questa esigenza, solo poco più della metà delle professioni previste dalla classificazione, svolgono almeno una volta l’anno attività di manutenzione e sviluppo delle professionalità acquisite.
I “fattori di protezione” nei confronti della crisi e della perdita di posti di lavoro sono rappresentati da “elasticità”, “creatività” e “resilienza”. Le professioni a maggiore contenuto di elasticità, creatività e resilienza, sono i ricercatori nell’ambito delle science mediche e i docenti universitari in scienze biologiche. Tali caratteristiche risultano inoltre essere tipiche di Capi e i vice capi della polizia di Stato, questori e alti responsabili della sicurezza pubblica, per i quali è preponderante la componente della resilienza.
Tra le professioni che offrono buone possibilità di realizzare le aspirazioni professionali si annoverano
quelle dell’artigianato, che offrono a chi le svolge un buon riconoscimento dei propri meriti, più di quanto accada a chi svolge una professione di elevata specializzazione. Queste ultime, infatti, rispetto al riconoscimento dei propri meriti, sono penultime in graduatoria, seguite solo dalle
professioni operaie non qualificate.
I meno soddisfatti per la propria condizione professionale sono i telefonisti e gli addetti ai call center, il personale domestico e i venditori a distanza.