Cassazione: i costi di manutenzione dei veicoli sono deducibili solo se è provata l'inerenza
Il principio di inerenza è il principio base cui occorre far riferimento in sede di determinazione del reddito di impresa ai fini di verificare la deducibilità dei costi.
Nella sentenza n. 19600 del 17 settembre 2014 la Corte di Cassazione si pronuncia in merito a sei diversi rilievi contabili sollevati dall'Agenzia delle Entrate, rilievi che hanno determinato un maggior reddito ai fini IRPEG, IRAP e IVA con conseguenza emissione di avviso di accertamento nei confronti della società contribuente.
Una delle fattispecie esaminate attiene la sfera della deducibilità delle spese di manutenzione degli autoveicoli.
La Commissione Tributaria Regionale si era pronunciata nella non ripresa a tassazione dei citati costi di manutenzione, anche se essi non fossero stati "documentati in maniera regolare", sostenendo che tali costi dovevano essere considerati "inerenti e deducibili sulla base del numero di auto di proprietà".
Secondo la Corte di Cassazione, invece, per dimostrare l'esistenza e l'inerenza dei costi di manutenzione non è sufficiente la circostanza di possedere un numero cospicuo di veicoli nè il fatto che la somma complessiva, se suddivisa per ogni singolo autoveicolo, sia sostanzialmente congrua e non eccessiva.
Per provare l'inerenza di questi costi e ottenerne quindi la deducibilità, è necessario fornire la documentazione che colleghi la spesa sostenuta dalla società per la manutenzione di ogni singolo veicolo (da indicare attraverso numero di targa o di telaio), dimostrando così che i costi siano stati sostenuti proprio in riferimento ai veicoli della società
In conclusione "ai fini della deducibilità dei costi di manutenzione degli autoveicoli intestati alla società, il mero possesso degli stessi e la presentazione di una documentazione che attesta la spesa complessiva, ma non quella per singolo autoveicolo, non sono idonei a dimostrare l’inerenza dei costi sostenuti".