Cassazione: la risposta positiva dell'Ufficio all'interpello è una certezza per il contribuente
Nel caso di specie l'Agenzia delle Entrate ricorre per Cassazione contro la sentenza della Commissione Tributaria Regionale che aveva rigettato l’appello dell'ufficio affermando il diritto del contribuente a ricevere il rimborso IVA per l’anno 2008.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16183 del 15 luglio 2014, afferma che se il Fisco risponde positivamente all'interpello formulato dal contribuente, tale risposta costituisce per il contribuente una "certezza" nei rapporti con l'Amministrazione.
E pertanto, nel caso in esame, "quando l’amministrazione finanziaria risponde al contribuente positivamente sul diritto alla detrazione IVA non può poi negarla, né può farlo il giudice, sulla base di un presunto abuso di diritto".
Inoltre i giudici di legittimità affermano che l'utilizzo dello strumento dell'interpello "non costituisce una via obbligata per il superamento della presunzione posta a carico del contribuente stesso dalle disposizioni antielusive, ma al contribuente è sempre consentito fornire in giudizio la prova delle condizioni che consentono di superare la presunzione posta dalla legge a suo danno".
In particolare la Commissione Tributaria Regionale ha ritenuto provata la "presenza di oggettive situazioni che hanno reso impossibile il conseguimento dei ricavi, degli incrementi di rimanenze e dei proventi nonché del reddito determinati ai sensi del presente articolo, ovvero non hanno consentito di effettuare le operazioni rilevanti ai fini dell'imposta sul valore aggiunto” riconoscendo il diritto alla detrazione dell'IVA.