Lavoro

Cassazione: il procacciatore d'affari non è un dipendente ma solo un collaboratore


Nel caso di specie una procacciatrice d'affari adisce il giudice del lavoro sostenendo di aver lavorato alle dipendenze di una agenzia assicurativa e di aver svolto mansioni di segretaria e di cassa e contabilità con orario, compiti rientranti nel secondo livello Ccnl: chiede pertanto il riconoscimento dell'esistenza di un rapporto di lavoro subordinato con conseguente pagamento delle differenze retributive, del TFR e del lavoro straordinario.

Si costituisce il titolare dell’agenzia dichiarando che tra le parti non era mai intercorso un rapporto di lavoro subordinato e che alla donna era stata affidato l’ufficio per la sola gestione portafogli, dunque un ruolo di procacciatore di affari.

La Corte di Appello rigetta l'appello e la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12632 del 5 giugno 2014, conferma il verdetto: il rapporto era stato formalizzato come procacciamento di affari e le prove non avevano portato elementi significativi tali da evidenziare l'esistenza di un rapporto di lavoro subordinato.

Inoltre il commercialista dell’appellato ha dichiarato di avere egli stesso rilasciato all’appellante il modello 770 per le provvigioni e di sapere che la donna era una procacciatrice di affari.