Economia aziendale

OIC 9: svalutazioni per perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali


L’Organismo Italiano della Contabilità (OIC) ha intrapreso dal 2010 un progetto di revisione degli ITA GAAP, con il fine di eliminare le discrasie esistenti e coordinare il testo dei singoli documenti, soggetti, peraltro, a necessarie revisioni nel corso degli ultimi decenni.

In questo contesto, è stato pubblicata la Bozza del Principio contabile nazionale n.9, Svalutazioni per perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali.

La Bozza di Principio -articolata sul paradigma degli IAS/IFRS e in particolare sulle disposizioni tecniche contenute nello IAS 36, Perdite di valore delle attività- è orientata a rimuovere talune incongruenze degli attuali Principi contabili nazionali OIC 16, Le immobilizzazioni materiali, e OIC 24, Le immobilizzazioni immateriali, in merito alla tecnica di misurazione della perdita durevole di valore dei beni immobilizzati non finanziari (art.2426, cc).

Per definire se un’attività immobilizzata ha perso durevolmente di valore, OIC prevede che si debba comparare il valore netto contabile con il valore recuperabile, quest’ultimo inteso come il valore più alto tra valore equo (fair value) e valore d’uso.

Il fair value

Il fair value – concetto già introdotto nel panorama normativo nazionale delle società non quotate dal D.Lgs. 394/2003 (che ha introdotto l’art.2427-bis, cc)- è definito, anche in questo caso in sostanziale linea con gli IAS/IFRS, come “l’ammontare ottenibile dalla vendita di un’attività in una libera transazione fra parti indipendenti, al netto dei costi di vendita” (Bozza OIC 9, par. 6); tale definizione configura di fatto il fair value come un “exit price”, determinabile facendo riferimento ad accordi vincolanti di vendita stabiliti in libere transazioni, nonché al prezzo di mercato in un mercato attivo o, in assenza di tali evidenze, utilizzando, se possibile, le migliori informazioni disponibili che portano ad una misurazione attendibile.

Il documento pubblicato dall’OIC si sofferma, in particolare, sul concetto di “valore d’uso” prevedendo un approccio modulare, volto a identificare due distinte procedure per misurare tale valore: l’attualizzazione dei flussi di cassa e, per le imprese che non raggiungono determinate soglie quantitative (società non grandi), la capacità d’ammortamento.

Entrambi i modelli prevedono che, nel caso in cui non sia possibile stimare il valore recuperabile di una singola immobilizzazione, sia necessario determinare il valore recuperabile dell’Unità generatrice di flussi di cassa (UGC) di cui l’immobilizzazione fa parte.

Da ricordare...

Eventuali osservazioni dovranno essere comunicate non oltre il 28 febbraio 2014 all’indirizzo e-mail staffoic@fondazioneoic.it o via fax al numero 06.69766830.