Fisco

Plusvalenze relative alle cripto-attività – Aliquota dell’imposta sostitutiva


Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), insieme alla Fondazione Nazionale dei Commercialisti, ha pubblicato il 21 marzo 2025 un approfondimento dedicato al regime fiscale applicabile alle plusvalenze da cripto-attività, nell’ambito delle attività dell’area Contenzioso tributario.

L'aggiornamento si concentra sull'aliquota dell'imposta sostitutiva, il cui incremento progressivo ha sollevato dubbi interpretativi e criticità applicative.

Contesto normativo

La tassazione di queste plusvalenze è stata prevista in modo esplicito dalla legge n. 197 del 2022 che ha introdotto la lett. c-sexies) nell’art. 67, comma 1, del TUIR e il comma 9-bis nel successivo art. 68, includendo tra le fattispecie imponibili nell’ambito dei redditi diversi anche le plusvalenze e gli altri proventi derivanti dalla cessione ovvero dalla detenzione di cripto-attività.

Con la stessa norma sono stati poi modificati alcuni articoli del D.Lgs. n. 461/1997, relativi alla disciplina dell’imposta sostitutiva sulle plusvalenze e sugli altri redditi diversi di natura finanziaria, nel quale sono stati sostituiti i riferimenti alla lett. c-quinquies) con la lett. c-sexies) dell’art. 67, comma 1, del TUIR.

L’imposta sostitutiva su tali plusvalenze, istituita dall’art. 5 del D.Lgs. n. 461/1997, prevede l’applicazione di un’aliquota pari al 12,50%, successivamente aumentata, dapprima al 20% e poi al 26% per i redditi individuati dalle lett. da c-bis) a c-quinquies) dell’art. 67, comma 1, del TUIR.

La legge n. 207/2024 (legge di Bilancio 2025) è infine nuovamente intervenuta sull’aliquota dell’imposta sostitutiva, fissandola al 26% per tutte le plusvalenze e gli altri redditi diversi, di cui all’art. 5 del D.Lgs. n. 461/1997, e prevedendone l’aumento al 33%, a partire dall’anno 2026, per le sole plusvalenze e altri proventi realizzati mediante rimborso o cessione a titolo oneroso, permuta o detenzione di cripto-attività, comunque denominate, di cui alla lett. c-sexies) dell’art. 67, comma 1, del TUIR.

L’impalcatura normativa così brevemente riassunta necessita di maggiori approfondimenti, stante l’intreccio e la stratificazione temporale delle disposizioni in materia.

Il documento CNDCEC-FNC

Il CNDCEC, congiuntamente alla FNC, ha pubblicato il documento di ricerca di cui sopra dal titolo “L'aliquota dell'imposta sostitutiva sulle plusvalenze relative alle cripto-attività” realizzato all'interno dell'attività dell'area “Contenzioso tributario”.

Il documento esamina il trattamento ai fini delle imposte sui redditi delle plusvalenze e degli altri proventi derivanti dalla cessione o detenzione di cripto-attività.

Il documento ricostruisce l'evoluzione dell'aliquota dell'imposta sostitutiva applicabile su tali plusvalenze, come sopra esplicitata.

Dubbi interpretativi si pongono in ordine all'individuazione dell'aliquota applicabile per i periodi d'imposta 2023 e 2024, non risultando espressamente prevista dalla lettera della legge l'aliquota del 26% per le plusvalenze realizzate prima del 2025.

Dunque, uno dei punti critici emersi riguarda la corretta individuazione dell'aliquota applicabile per il biennio 2023-2024, non prevedendo esplicitamente il testo normativo  l'applicazione dell'aliquota del 26% per tali anni, lasciando spazio a incertezze interpretative.

Il documento della FNC sottolinea il rischio di una lettura retroattiva delle nuove disposizioni, con possibili profili di illegittimità costituzionale. L'assenza di un intervento chiarificatore potrebbe tradursi in una frammentazione dell'interpretazione normativa e in un aumento del contenzioso tributario.

L'analisi comparativa con altri Paesi europei evidenzia differenti approcci alla tassazione delle cripto-attività.

Il progressivo aumento dell'aliquota dell'imposta sostitutiva sulle cripto-attività rientra in una più ampia strategia di armonizzazione del regime fiscale italiano. Tuttavia, permangono criticità legate alla mancanza di chiarezza normativa per il periodo transitorio 2023-2024, con il rischio di effetti distorsivi e incertezze per i contribuenti.

In attesa di chiarimenti ufficiali, viene auspicato un intervento legislativo che definisca in modo univoco il trattamento fiscale delle plusvalenze su cripto-attività nei periodi d'imposta pregressi, garantendo certezza del diritto e riducendo il rischio di contenziosi con l'Amministrazione finanziaria.