Plena Education punta al consolidamento in Italia e all'espansione all'estero
L’AIFI (ASSOCIAZIONE ITALIANA DEL PRIVATE EQUITY, VENTURE CAPITALE E PRIVATE DEBT) ha informato, sul proprio sito internet[1] in data 6 marzo 2025, che Plena Education, hub educativo che offre agli studenti l’opportunità di conoscere e comprendere il mondo della cultura e della creatività italiana attraverso lo studio di discipline quali arte, fashion, design, musica, food & hospitality management, ha fatto registrare nell’ultimo anno un incremento del numero di alunni internazionali di circa il 22%, con al primo posto Cina e Turchia, seguite da India, America Latina, Middle East ed ex URSS. Plena Education fa capo a Kyip Capital, il fondo di growth buy out dedicato alla trasformazione digitale delle Pmi italiane, e conta più di quattromila studenti iscritti, per un fatturato di oltre 24 milioni di euro. In Italia opera attraverso sette realtà: Ferrari Fashion School (Milano), RUFA (Roma e Milano), SPD Scuola Politecnica di Design (Milano), Saint Louis College of Music (Roma e Milano), Gruppo CIELS (Brescia, Padova, Bologna, Palermo), MADE (Siracusa) e CAST (Brescia). Tra gli altri obiettivi per il 2025, Plena Education intende consolidare la propria presenza in Italia, mediante l’apertura di nuove sedi, espandersi all’estero e dare la possibilità agli studenti di seguire semestri nelle diverse città sede del Gruppo.
Le intenzioni strategiche di Plena Education devono essere opportunamente riflesse nel business plan per comprendere il loro impatto sulle grandezze economiche, patrimoniali e finanziarie della società e per poter accedere alle risorse messe a disposizione da eventuali finanziatori ed investitori, qualora si ritenga necessario od opportuno ricorrere a capitale di terzi. Il business plan deve fornire gli elementi necessari a comprendere se le scelte strategiche del management sono realizzabili e con quali mezzi, traducendo in termini economici, finanziari e patrimoniali tutti gli aspetti tecnici che sono sottostanti al progetto di investimento che si intende realizzare e dovrà dare evidenza della capacità di generare adeguati flussi di cassa. Peraltro, in condizioni di incertezza, diventa sempre più opportuno declinare il business plan in termini di scenari alternativi (worst, best e selected), assegnando ai medesimi delle probabilità di accadimento e “stressandone” le ipotesi sottostanti. Il business plan dovrà, inoltre, definire in anticipo quali azioni potrebbe intraprendere il management qualora il confronto fra i dati a consuntivo e quelli pianificati dovesse indicare degli scostamenti significativi.
[1] https://aifi.it/it/private-capital-today/PlenaEducation-22-al-flusso-di-studenti-stranieri-nellultimo-anno