I Versamenti sospesi per COVID congelano il credito IVA
Nei mesi iniziali della pandemia diversi sono stati i provvedimenti che hanno consentito alle imprese ed ai professionisti di allentare la chiamata al versamento anche dell’IVA, ma ora scopriamo che quell'agevolazione può creare un boomerang finanziario per quegli stessi beneficiari.
Tornando ad esempio ai mesi iniziali del 2020 (febbraio-aprile) ricordiamo che l’Iva in scadenza in quei mesi – proprio per la targicità del momento - poteva essere versata per il 50% entro il 16 settembre 2020 o in quattro rate mensili (16 settembre; 16 ottobre; 16 novembre; 16 dicembre del 2020) e il restante 50% fino a massimo 24 rate mensili con versamento della prima rata al 16 gennaio 2021.
Ma anche la seconda ondata ha visto il governo venire in soccorso di imprese e professionisti quando – per i mesi di ottobre, novembre e l’acconto 2020, ha consentito di versare gli importi dovuti entro il 16 marzo 2021 o in quattro rate mensili di pari importo, con il versamento della prima entro il 16 marzo 2021.
Ma siamo ancora immersi in questa pandemia e fa scalpore – perché frutto di una mera interpretazione attuativa dell’Agenzia delle Entrate – che per quei professionisti ed imprese che hanno beneficiato di quella sospensione l’emersione di un credito IVA dalla dichiarazione dell’anno determina una posta non effettiva (quindi utilizzabile) ma solo potenziale e – soprattutto – congelata per un anno.
Quindi non basta che la sospensione dei versamenti sia legittima e prevista dalla Legge, perché l’Agenzia delle Entrate – negando lo spirito di aiuto di quei provvedimenti – blocca per l’importo pari ai versamenti risultanti ancora sospesi al 31/12/2020 (ancorchè non scaduti) – l’utilizzabilità di un eventuale credito IVA emergente dalla dichiarazione.
E’ come dire che con una mano lo Stato ha dato quell’aiuto (temporaneo) e con l’altra l’Agenzia delle Entrate chiede in pegno lo stesso importo. E non basterà semplicemente versare alle scadenze gli importi sospesi, ma quel credito si scongelerà solo con la presentazione della dichirazione IVA relativa al 2021, quindi non prima di febbraio 2022.
Mentre i commentatori tecnici in questi giorni alzano il tono delle loro analisi tecniche e conseguenti critiche a noi non rimane che sperare che qualche politico o governante illuminato – che abbia voglia e capacità di comprendere la questione tecnica – possa cogliere la profonda ingiustizia e contraddizione di questa situazione ed introdurre, nella conversione del decreto sostegni, un piccolo scudo a contrasto dell’ illegittimo – quello si – approccio punitivo dell’Agenzia delle Entrate.