Lavoratori impatriati: la disciplina fiscale
Il regime fiscale agevolato per i lavoratori che trasferiscono la propria residenza in Italia, è stato introdotto con l'art. 16 del D.Lgs. n. 147/2015.
La norma prevede l'imponibilità ridotta dei redditi prodotti in Italia da parte di suddetti lavoratori, già a partire dai redditi 2016. La Legge di Bilancio 2017, ha introdotto dal 1°gennaio 2017 un'aliquota di imponibilità più bassa di quella prevista inizialmente, che è passata da 70 al 50%, estendendo il beneficio anche ai lavoratori autonomi. L'Agenzia delle Entrate poi, con la circolare n. 17/E del 23 maggio 2017, ha fornito una serie di chiarimenti operativi per l'applicazione del beneficio.
In particolare la circolare ha chiarito che possono usufruire del trattamento di favore anche:
- i manager che occupano posizioni di distacco nel nostro Paese,
- coloro che trasferiscono la residenza in Italia prima di iniziare l'attività di lavoro dipendente o autonomo sul territorio nazionale.
Lavoratori impatriati: novità della manovra correttiva
La manovra correttiva ha introdotto un vincolo all'accesso al beneficio: i lavoratori impatriati devono mantenere la residenza in italia per almeno due anni, pena la decadenza del beneficio fiscale.
In sostanza in caso di residenza mantenuta per un periodo inferiore ai due anni, l'Erario recupererà a tassazione le somme originariamente esclusi e vi applicherà sanzioni e interessi.