Sono quasi 500mila gli imprenditori stranieri attivi in Italia. Lo afferma l'indagine condotta da Unioncamere, che evidenzia come durante lo scorso anno queste imprese - siano esse individuali o società di persone o capitali che contano al loro interno una maggioranza di soci nati in un altro Paese - sono aumentate di oltre 24mila unità, pari al 5,8% in più rispetto al 2011.Un dato pesante, se si osserva che il saldo delle imprese avviate e chiuse nel corso del 2012 è stato positivo - ha segnato, infatti, un aumento di quasi 19mila nuove aziende - proprio grazie all'imprenditoria di origine straniera.
Settori e luoghi
Commercio al dettaglio e costruzioni specializzate sono i settori che vedono, in valore assoluto, la maggiore presenza di società gestite da stranieri, rispettivamente con circa 129mila e 101mila imprese. Seguono, a distanza, la ristorazione e il commercio all'ingrosso. Se, invece, si osserva la situazione sotto il profilo dell'incidenza percentuale, poco meno del 35% di imprese del settore telecomunicazioni sopno gestite da immigrati, così come il 24% di quelle che confezionano capi di abbigliamento e il 18,9% delle costruzioni .
Sul totale nazionale, le imprese avviate da stranieri sono il 7,8%, un valore che aumenta in alcune regioni, come la Toscana e la Liguria che contano rispettivamente l'11,3% e il 10,1%. Spiccano poi alcune province come Prato (23,6%), Firenze (13,6%) e Trieste (13,2%).
Mediterraneo e Asia
Guardando alle nazionalità, tra i titolari di ditte individuali il gruppo più folto è quello composto dagli imprenditori nati in Marocco, che conta oltre 58mila membri. Subito dopo, figurano i cinesi, che sono in tutto quasi 43mila e i cittadini albanesi, alla guida di circa 30mila imprese. Le comunità più attive nel corso degli scorsi dodici mesi sono state, invece, in termini assoluti quella bengalese, con 3.180 nuove aziende, e in percentuale quella , che ha segnkossovaraato una crescita del 37,6%.